La storia del craniosacrale
L’intuizione di Sutherland

William Garner Sutherland
Il dott. Sutherland negli anni 1900 iniziò a pensare che tutte le ossa del cranio potessero muoversi e non solo la mandibola, come fino a prima di quel momento si riteneva.
Osservando un cranio ebbe l’intuizione di associare la forma delle ossa temporali alle branchie di un pesce.
Fece degli esperimenti su sé stesso per verificare come si muovevano le ossa del cranio e verificò che una lesione osteopatica influiva sullo stato di salute provocando cefalea, vomito e mal di schiena.
Sutherland continuò a fare esperimenti che lo portarono a determinare che il cranio compie dei micromovimenti che possono influire sullo stato di salute e chiamò questi movimenti Ritmo Respiratorio Primario. Dopo 20 anni dalla sua scoperta condivise il frutto della sua esperienza parlando del concetto craniale in una riunione di osteopati. Non raccolse grande consenso ma continuò la divulgazione fino a pubblicare il suo primo libro nel 1939 The Cranial Bowl.
Più tardi scopri il movimento delle membrane intracraniche e del movimento del Liquor, il liquido cefalorachidiano. L’intuizione lo guidò a sentire che c’era qualcosa di profondo che si manifestava: un’Intelligenza Universale in comunicazione con ogni singola cellula e con l’intero corpo. Nel 1948 il lavoro di Sutherland si approfondì sullo studio delle marea media e contattò quella Potenza che scorreva nei fluidi che lui chiamò Respiro di Vita.
Craniosacrale biomeccanico
Negli anni ’70 il dott. Upledger approfondi gli studi di Sutherland e definì un nuovo approccio chiamato craniosacrale.
Il sistema craniosacrale prende nome del cranio e dall’osso sacro. Il cervello e il midollo spinale sono ricoperti da membrane protettive (meningi) che formano intorno a essi una sorta di involucro unico, all’interno del quale circola il Liquor. Questo liquido viene prodotto e riassorbito all’interno della scatola cranica creando un ritmo, che si propaga in tutto il corpo come un movimento leggero, dal cranio lungo tutta la colonna vertebrale fino all’osso sacro, e nelle partì periferiche del corpo attraverso la fascia connettivale. La metodologia utilizza tecniche di liberazione del movimento delle ossa, delle meningi e della fascia connettivale riconoscendo la connessione profonda che ogni parte ha con il tutto. Upledger sperimentò la tecnica craniosacrale su pazienti in varie condizioni cliniche e persone disabili comprovando l’efficacia di questo approccio.
Il rilascio somato-emozionale
Successivamente Upledger esplorò la componente emotiva che emergeva mentre effettuava i trattamenti craniosacrali sui suoi pazienti. Riconoscendo che ognuno gestisce diversamente le proprie emozioni, Upledger riscontrò che l’emotività individuale dei pazienti aveva una notevole influenza sul corpo fisico.
Sviluppò così un nuovo approccio terapeutico, il Rilascio Somato-Emozionale che aiuta a risolvere molti problemi e disfunzioni difficili da trattare.
Questo è un processo che aiuta a individuare e rilasciare la componente emotiva correlata agli effetti di un trauma pregresso e alla sintomatologia a esso associata. La tecnica usata stimola la persona alla collaborazione con l’operatore che considera ogni aspetto del trauma, valutandone non soltanto la componente fisica ma anche il contesto ambientale.
L’essenza di questo approccio è scoprire come le emozioni possono essere in grado di trasformare il corpo, di provocare una malattia o una guarigione, di mantenere la salute o indebolire l’organismo.
Il modo in cui gestiamo le nostre emozioni può influire notevolmente sul nostro benessere fisico.
Craniosacrale biodinamico
Altri osteopati in ricerca come Micheal Kern, Micheal Shea, Franklin Sills, portarono avanti l’approccio biodinamico, una specializzazione del craniosacrale, che ascolta la marea media, la marea lunga, e la quiete dinamica.
Nel “fare campo” l’operatore si sintonizza con diversi riferimenti: fulcri di radicamento, di relazione, fulcro interno. Avviene una “negoziazione dello spazio” che esprime la relazione tra le due persone per consentire le condizioni di rilassamento, fiducia e benessere del cliente. Questo è un valore aggiunto che offre il Craniosacrale Biodinamico: rendere cosciente l’operatore dell’importanza delle sue risorse per stimolare le risorse della persona che riceve il trattamento.
L’approccio biodinamico permette di far emergere i movimenti della nascita che richiedono una risoluzione e le memorie dei tre foglietti embrionali in maniera tale da permettere al sistema craniosacrale di riconnettersi alle risorse vitali dell’origine del sistema stesso.
Per approfondire: www.craniosacrale.it